Maria Regina di Positano

La Devozione

Prefazione di Mons. Saverio Cinque

Canta Lucano che Giulio Cesare trascendeva nei destini di Roma in modo da compenetrare di sé le leggi, le scienze, le lettere i costumi, i negozi della guerra o della pace, tutto. Omnia Caesar erat! In maniera ineffabilmente più distinta e gioconda possiamo affermare lo stesso della nostra Madonna; la Quale, sin dal 1159, epoca della sua prodigiosa venuta in questo ridente angolo del creato, è la stella che illumina il cammino del popolo di Positano come ne è la Madre, la Maestra, la Regina che ama, educa, difende, consola. Anzi, v´è di più. La Madonna par che plasmi e formi a sua immagine e somiglianza l´anima del positanese che la porta sempre fotografata nel suo pensiero e nel cuore, e non dice mai basta al suo ardore di onorarla e glorificarla con amore che traspare in tutte le sue azioni “come letizia per pupilla viva”.


E chi sulla fronte degli innocenti nostri fanciulli vide tremolare come un raggio del fascino gentile e del dolce sorriso della nostra Protettrice mostró di conoscere profondamente l’influenza ch’Ella esercita perfino sulle forme esterne di questi prediletti suoi figli. Per il vero positanese la Madonna è tutto; ed egli lo prova continuamente, facendo di Lei il centro del suo cuore ed il punto di riferimento di tutta la sua vita privata e pubblica. Solo così si possono spiegare i tesori profusi nel passato e attualmente per la costruzione e per la riparazione e l’abbellimento del nostro maestoso tempio e per le altre tante opere fatte per la gloria della Madre di Dio e nostra, onde siamo appellati il popolo di Maria per antonomasia. E così si possono comprendere le grazie che la nostra Sovrana largisce di continuo a chi a Lei ricorre e L’invoca col titolo a Lei sì caro di Madonna di Positano. Ecco quanto ha voluto rivelare l´autore di queste preghiere che, ogni giorno, si recitano a favore dei positanesi in patria e all´estero, durante la Messa parrocchiale e, in forma solenne, nella Novena dell´Assunta.

La Venuta della Madonna a Positano

(Dalla “Monografia della Città di Positano” del Canonico Errico Talamo – 1894)

Durante la persecuzione iconoclastica in oriente, avvenne a Positano un ammirabile Avvenimento. Una nave, partita da quelle parti, recava a bordo l´Immagine dipinta della gran Madre di Dio, che stringe nel braccio sinistro il Divino Infante, ed il bastone sormontato da doppia croce. Entrata nel golfo di Salerno a piene vele, e arrivata dirimpetto alla città di Positano, i naviganti, udendo una voce: Posa, immantinente si fermarono. Il pilota, da interno lume ispirato, rivolse le vele al vicino lido. Quivi, rapportando l´accaduto, diede la cenata Immagine ai cittadini di Positano, che con somma gioia se la ricevettero, ed accompagnati da tutto l´equipaggio della nave, la trasportarono nella Chiesa di S. Vito.


E´ questa immagine opera di greco pennello, su tavola dallo spessore di quattro dita, lunga undici palmi e larga quattro, ha sulla testa soprapposto un diadema di oro. E´ di colore bruno, colla faccia sfumata di rosso, e siede guardando con occhio severo.
I Positanesi La riguardarono sempre come un dono fatto loro dalla stessa Madre di Dio, e come pegno dell´alta Sua protezione. La proclamarono quindi loro Patrona e Protettrice e come tale La onorarono sempre con ispeciali omaggi d´amore, di rispetto e di venerazione. Avvenne un giorno – come si ha dalla tradizione – che, venuti in chiesa, non più La ravvisarono sull´Altare; di che al somma meravigliati e stupiti e con ansia ricercata, La ritrovarono poggiata su di un cespuglio di mortella, e, lietissimi, la ripresero e La riportarono nel luogo primiero dandosi alacremente ad edificare in quel luogo una Chiesa che è appunto quella che ora si vede in riva del mare… e spiegando per la Gran Madre di Dio una grandissima devozione e passando il sabato digiuno o in altra volontaria astinenza. Era tale l’amore che con confidenza somma La invocavano la Madonna mia, la Madonna di Positano. Era, questo Nome continuamente da essi ripetuto.

Se davano, se ricevevano, se contrattavano, finivano con l´invocare il nome della Madonna… Questo nome era l´ornamento d´ogni loro discorso. Da questo amore nacque il rispetto alle Sue Immagini, che venivano riprodotte al naturale e con una nave veleggiante e con le parole significative Posa! Posa! A queste figure annettevano una grande importanza, perché le riguardavano come tutelavici delle loro case, delle loro persone, e di tutte le loro sostanze e per questo motivo le tenevano affisse nelle pareti delle abitazioni, negli ingressi delle stanze, sulle porte delle loro possessioni, nei loro negozi, nei loro navigli, nelle strade, nelle piazze, e in tutto ció che avevano di più caro.
Non contenti di questo, recavano una figura della Madonna con sé abitualmente come loro tutela fuori casa in tutti gli eventi della vita. Una simile devozione avevano alle pietruzze, che si ritrovavano sull´arena sul lido del mare: quelle bucate o perforate, e si tengono come benedette dal passaggio della sacra Immagine, quando fu recata in questo lido. Era tale il rispetto che i marinai positanesi non si facevano lecito fare sabora dell´arena della marina; e quante volte erano astretti a farla, al ritorno del viaggio la restituivano al loro posto. Al par delle figure, ciascun positanese porta una di queste pietruzze addosso. In caso di malattia, ripongono la pietruzza perforata in un bicchiere d’acqua e, raccomandatisi con viva fede alla Gran Madre di Dio, bevono l´acqua. Si narrano avvenuti moltissimi portenti. Di più. Era tale e tanta la loro devozione e il loro amore che, di quanto lucravano nel commercio e nella pesca, ne offrivano la quarta parte per la Madonna, specie perla festa del 15 Agosto. Tra i marinai, tra i pescatori, era detto il quarto-barca. (Anche oggi, in molte famiglie, in molti negozi, in molti edifici pubblici di Positano ci sono, per lo stesso scopo, dei salvadanai, detti carusielli della Madonna, o di creta rozza, o di ceramica o di carta – nota del copista).

Preghiere

I. O Regina del Cielo e della Terra, Incoronata Protettrice di Positano, eccoci prostrati ai piedi vostri per salutarvi Madre nostra amatissima e fonte di tutte le misericordie. Com´è vero che il Verbo divino s´è fatto Uomo nel vostro purissimo seno per salvarci, così è vero ancora che la Divina Bontà s´è fatta Madre in Voi per renderci più facile la via della salvezza, e perció riconosciamo un tratto della vostra materna tenerezza nel portento della vostra miracolosa immagine, trasferita in mezzo a noi dalle regioni orientali e in questo Santuario, voluto da Voi qui eretto a specchio del nostro mare. Fra tutti i figli vostri, noi positanesi qui presenti o sparsi qua e là per il mondo, siamo i più piccoli, i più deboli, i più bisognosi, e peró amateci con predilezione sempre crescente e fate che la fiamma dei vostro amore eclissi in noi tutte le false ed illusorie luci del mondo e ci mostri che solo a fianco a Voi proviamo la felicità di sentirci sommamente amati.


II.  O Regina del Cielo e della Terra, Incoronata Protettrice di Positano, Voi, ripudiata dall´ingrato Oriente, volgeste lo sguardo e il cuore alla nostra Città, e in essa elevaste la cattedra dei vostri insegnamenti e apriste la vena della vostra compassione. Noi vi ringraziamo e benediciamo con la voce della gratitudine e promettiamo di volervi sempre portare in cima ai nostri pensieri e ai nostri affetti. Venuta per le vie del mare, ci indicate che solo in Voi, dopo Gesù, abbiamo l´ancora della nostra salvezza, e che Voi sola siete la stella rischiarante il nostro cammino e il porto dove approderemo sicuri e riposeremo beati. Deh! parlateci sempre da codesta cattedra di luce, voi che siete la sede della Sapienza; sorrideteci benigna dal vostro trono d´amore, illuminateci sempre più sul prezzo da Gesù sborsato per la divina gemma dell´anima nostra e guidandoci per l´infido mare del mondo alla Patria Celeste, come dall´Arcipelago greco guidaste al nostro lido l´avventurosa nave col tesoro della vostra Effige.

III. O Regina del Cielo e della Terra, Incoronata Protettrice di Positano, osannanti e ossequienti, eleviamo verso di Voi il canto della nostra sudditanza innamorata e Vi proclamiamo nostra Regina soave. Solo per Voi è vero che il sole non tramonta mai sui vostri domini, perché voi sola, dopo Dio, stendete e allargate in cielo e in terra il vostro potere e il vostro trionfo. Ma il punto eletto dove avete fissato il trono della vostra sovranità graziosa e dove fate giocondo sfoggio della vostra magnanima munificenza, è questa più che fortunata Città nostra, di cui perfino i sassolini sono talismani della vostra difesa e mezzi per attinger grazie nel vostro liberalissimo Cuore*. Deh! ricordatevi che noi nasciamo arruolati sotto i vostri vessilli, e rendeteci sempre più degni di vivere sotto lo scettro della vostra clemenza, prendendo pieno possesso di ogni nostra facoltà e traendoci a Voi nel solco luminoso dei vostri incanti e delle vostre predilezioni.

* Si allude ai sassolini bucati che sono ricercati sulla nostra spiaggia santificata dal passaggio della Madonna nello giungere dall´Oriente e nella Processione della Festa e che portati sempre addosso religiosamente da ogni positanese in caso di bisogno, specie nelle malattie vengono posti in un bicchiere d´acqua che è data a bere all´ammalato, dopo recitato il rosario o la preghiera pei casi urgenti.

Supplica

O Regina del Cielo e della Terra, Incoronata Protettrice di Positano, come ci eleva e consola il pensare che Voi sola siete l´unico nostro vanto e la gloria più pura e che Iddio ci volle affidati alla vostra protezione sin dall´alba del mondo, chiamando all´esistenza la nostra Città in forma d´un Emme! Deh! stendete, o nostra amabilissima Sovrana, il vostro patrocinio su di noi e su quanti o realmente o col desiderio e l´affetto, si portano in questa nuova Sion, per ottenere grazie e favori divini mercé la vostra sublime intercessione. Noi siamo dei poveri peccatori e andiamo alla deriva delle passioni come foglie e fragili fuscelli, ma noi abbiamo in Voi una protettrice che la Grazia rende onnipotente e un Cuore capace di infinita pietà, e peró largheggiateci di perdono e di aiuti, ravvivate la nostra fede specie nelle avversità e nei dolori e fateci riportare tante vittorie, quante del mondo, del demonio e della carne, sono le insidie, le suggestioni e gli assalti. Salvateci Voi o nostra incomparabile Madre, Maestra e Regina; e, nell´ora della morte, giocondate della vostra visibile presenza gli ultimi istanti della nostra vita, perorate la nostra causa presso il trono dell´eterno Giudice, ricoprendo e infiorando le nostre miserie spirituali col vostro manto seminato di stelle e dipinto dei colori del Cielo.

Salve Regina…


O Maria di Positano (Canto)

O Maria di Positano,
consolatrice dei figli tuoi.

Rit. Guardando in cielo e fissando una stella,
Maria di Positano, quanto sei bella!

O Maria, celeste incanto,
deh! Tu ci copri sotto il tuo manto.

O Maria, sul tuo bel cuore
vogliam cantare il nostro amore.

O Maria, di nostra vita
sei Tu la fiamma che al ciel ci guida.


Salve Vetusta Vergine

(Canto scritto da Mons. Giuseppe Giustiniano, arcivescovo di Sorrento)

Salve, vetusta Vergine
dall´Oriente uscita
cercando in altri popoli
dimora più gradita.
Qui con voce amorosa
dicesti: Posa! Posa!
Alzando la tua mano
scegliesti Positano.


Venisti a noi propizia
qual mattutina stella
a dissipar le tenebre
dell´orrida procella.
Deh, quando fremon l´onde
sopra le nostre sponde
alzando la tua mano
difendi Positano.

Se ti degnasti scegliere
per tue le nostre terre
difendile da turbini,
difendile da guerre.
Se fremon le tempeste
sopra le nostre teste,
alzando la tua mano
difendi Positano.

Giglio del ciel purissimo
in mezzo a noi piantato,
tu che vincesti intrepida
l´inferno ed il peccato,
se insidia il tentatore
la fe´ del nostro cuore,
alzando la tua mano
difendi Positano.
Noi qui t´ergemmo un tempio
fra il mare e la collina,
noi t´invochiamo unanimi
la sera e la mattina,
e tu di nostra sorte
arbitra in vita e in morte,
alzando la tua mano
difendi Positano.

Inno

(Cantato durante la novena dell´Assunta, scritto da Federico M. Bozzaotra, CSSR)

Vieni, e a tutela e madre
resta di Positano;
ascolta il priego assiduo
ch´esce dal petto umano;
come il sospir del naufrago
quel priego arrivi a te
che dolce ed amorosa
dicesti: Posa! Posa!


Vieni, o Maria, e guidaci
in seno al tuo Signore;
sii fiaccola che vivida
rischiari il nostro cuore;
sii duce formidabile,
scudo nell´avvenir,
o tu che, amorosa,
dicesti: Posa! Posa!

Vieni, ricrea e rianima
l´uomo ai suoi gaudi estinto,
e la virtù ridesta;
svincola chi fu vinto
dall´angue dell´abisso,
dal vizio e dall´error,
perció, qui, amorosa,
dicesti: Posa! Posa!
Tutto tu puoi, bel simbolo
di verginal desio,
riannoda in dolce vincolo
l´uomo con l´uomo e a Dio;
volgi i lamenti in giubilo;
scortane tutti al ciel,
dove, o Gloriosa,
il trono tuo si posa!

Alla Madonna di Positano

(di Virginia Attanasio-Stefanelli)

Passava la rapida nave
nel cuor della notte sull´onde,
e Te da l´elleniche sponde
portava, o Regina soave.
La scura pupilla serena
volgesti sul piano de l´acque:
quest´umile borgo ti piacque,
dormente su l´arida arena.
Un trono di verdi mortelle
nell´ombra la rupe compose,
e questo bel ciel su Te pose
la prima corona di stelle.


La tenera man protettrice
stendesti sui monti e le case
e tesa in eterno rimase
nel gesto che ancor benedice.
O dolce venuta d´Oriente,
da dove ritorna l´aurora,
la pace che i cuori ristora
portasti nel manto lucente.
Tra i monti, che amasti, rimani,
rimani tra i figli devoti,
risplendi sui lidi remoti
nei sogni dei figli lontani!