Chi brama in questo mondo viver sano, scelga per sua dimora Positano. (Errico talamo)
E’ situata nella zona alta del paese, da dove domina il quartiere che prende il suo nome. Nonostante rimanga memoria della sua antica dedicazione, non si conosce la data di fondazione. Caratteristiche distintive sono la sua forma ellittica, la copertura a cupola, gli ampi finestroni, che permettono un illuminazione naturale, ed il pregiato pavimento in maiolica con decorazione fitomorfa, tipica delle chiese campane del ‘700.
La Chiesa Nuova fu così denominata in seguito alla ristrutturazione della seconda metà del ´700, dando il nome all´intero rione. E’ dedicata al SS. Sacramento, di cui si osserva il simbolo al centro del soffitto e sull’altare maggiore, e fu ricostruita su una precedente Cappella del XI sec. Per la sua particolare pianta ellittica, simile al Pantheon a Roma, per il ricco pavimento in cotto maiolicato, gli stucchi e le variopinte decorazioni parietali, rappresenta uno dei principali monumenti del periodo barocco realizzati a Positano e in Costiera.
Bellissime e preziosissime tele del ´700 adornano le quattro cappelle laterali, dedicate a S. Giuseppe, a S. Alfonso de´ Liguori, a S. Michele Arcangelo e a S. Pietro. Il quadro dell´altare maggiore rappresenta San Giovanni Evangelista con la Madonna delle Grazie che adora il SS. Sacramento e indica le anime purganti. Vi si possono ammirare, inoltre, una tela raffigurante l´Annunciazione e le statue della Madonna delle Grazie, del Cuore di Gesù, di S. Anna, di S. Antonio, dell’Addolorata e del Cristo flagellato. In sacrestia si trova un’urna cineraria romana con la seguente iscrizione: ACTI CAESARIS VIX(IT) ANN(OS) XXXVI (“Ad Atte di Cesare, visse 36 anni”). Al di sopra dell´ingresso principale la cantoria con l´organo.
In questa Chiesa si festeggia solennemente la Madonna delle Grazie, la prima domenica di luglio. Vi si celebra la S. Messa feriale e domenicale.
Fu costruita per volere della Famiglia Porcelli, come indicato da un’epigrafe in marmo ancora visibile sul lato destro della facciata. Ha pianta quadrangolare, coperta da una volta a botte lunettata ed è decorata con dischi in maiolica con croci, poste sulle pareti, e da un pavimento di maioliche con motivi floreali ben conservato. All’interno è possibile individuare l’ingresso per la terra santa e due lapidi
Sull’ingresso vi è la cantoria con l’organo. Costruita dalla famiglia Porcelli forse nel XVI o XVII sec. venne restaurata nella seconda metà del 700, a cura degli abitanti del rione e col contributo di Nicola Romito come ci ricorda l´iscrizione che segue posta su una lapide murata all’esterno della facciata: “Templum hoc divae Margaritae Virginis et Martyris huius Regiae Terrae Positani ex familia Porcelli diu dirutum terris ex divotione civium universitatis casalis Furni inferioris cohoperante D. Sacerdoti Nicolae Romito quondam Petri eorum sumptibus a fundamentis” (Questo tempio dedicato a Santa Margherita Vergine e Martire di questa regia terra di Positano, per lungo tempo diruto, venne per devozione ricostruito a proprie spese dalle fondamenta dalla famiglia Porcelli e dai cittadini del casale inferiore di Fornillo, con la collaborazione del Sacerdote Don Nicola Romito fu Pietro).
L’altare maggiore, in commesso marmoreo, ha alla sua base la seguente iscrizione: “A DIVOZIONE DI P. GERVASIO FIORENTINO A.D. 1790. Al di sopra dell’altare, in una nicchia, è custodita la statua di santa Margherita. Gli altri due altari delle cappelle laterali, anch´essi in commesso marmoreo, portano, sul primo a destra, la seguente iscrizione: PER DIVOZIONE DELLI DEVOTI DI M ADDOLORATA A. D. 1791”, ed è dedicato alla Madonna Addolorata, sull´altro a sinistra: “PER DIVOZIONE DI P. BENEDETTO E GESUELE DI PALMA A. D. 1791, ed è dedicato all´Arcangelo san Michele. Tra le altre opere custodite in questo tempio vi sono due statue della santa Patrona, una della Madonna Addolorata e una di S. Luigi Gonzaga. Pregevole è il pavimento in cotto campano, parzialmente maiolicato.
La Santa patrona si festeggia il 20 luglio.
Ha uno stile moderno che si discosta dalle altre chiese del paese: è stata, infatti, ricostruita ispirandosi agli stessi schemi neogotici che possedeva prima della sua demolizione, avvenuta a causa della costruzione di Via Pasitea. Presenta una copertura ad archi acuti incrociati e conserva ancora gli originali altari Settecentesci in ricchi marmi policromi.
La cappella, dedicata a S. Caterina d’Alessandria Vergine e Martire, che si festeggia il 25 Novembre, fu eretta da mercanti marittimi che commerciavano con Alessandria d’Egitto, città di origine della Santa. Divenuta cadente, fu restaurata dalla famiglia Cinque e poi, negli anni trenta, dopo la costruzione dell’attuale Viale Pasitea, fu ricostruita nell’attuale forma in stile neogotico a cura degli abitanti del rione. L’altare settecentesco in commesso marmoreo è l’unico elemento superstite della precedente cappella. Ai lati dell’altare maggiore due nicchie custodiscono le Statue di S. Caterina e del Cuore di Gesù. Un secondo altare in marmo, sul lato sinistro è dedicato a Sant’Anna, rappresentata con la Madonna Bambina.
Fondata dalla Famiglia Parrata, presenta una sola navata con copertura a volta lunettata e quattro oblò che permettono di lasciar entrare la luce esterna. Il pavimento Settecentesco è ormai consunto dal tempo. La chiesetta è visibile dal centro storico per il suo campanile, terminante con guglia a cipolla maiolicata, che l’ha resa protagonista in diversi dipinti raffiguranti Positano.
La caratteristica fondamentale dell’architettura di questa Chiesa e dell´intero rione “Liparlati” è il campanile con la cupoletta a guglia rivestita di maioliche colorate. La pala dell’altare principale in commesso marmoreo rappresenta la Vergine con S. Giacomo e S. Antonio. Sul secondo altare in muratura, sulla destra, vi è un dipinto che rappresenta l’ultima cena. In una nicchia di fronte al secondo altare è custodita la bellissima statua del Cuore di Gesù adorato dai continenti della Terra.
Fu la prima chiesa positanese ad essere restaurata nel XVIII sec., a cura di Giovanni Cimmino e dei suoi marinai, scampati ad un naufragio, come ricorda l’epigrafe sul pavimento parzialmente maiolicato: “Insignis miraculi B. Jacobo intercedente Johannes Cimini ejusque nautae naufragio periculo liberati pavimentum hoc in memoriam posuere XII Kalendas majas anno aere christianae MDCCVII” (A memoria dell’insigne miracolo ottenuto dall’intercessione di S. Giacomo, Giovanni Cimmino e i suoi marinai scampati ad un naufragio posero in memoria questo pavimento il 12 maggio dell’anno cristiano 1707).
Al centro del pavimento e sul soffitto sono riportati i simboli dei pellegrini che si recavano a Santiago de Compostela: il bordone col nodo al centro, la conchiglia e la mantella. L´Apostolo si festeggia solennemente il 25 Luglio, con la suggestiva processione attraverso le stradine del rione.
La sua origine è molto antica, le pareti sfondate presentato grandi dipinti di santi. È priva di campanile, ma al suo interno, nella zona presbiteriale, conserva un sarcofago romano di incerta provenienza, raffigurante un corteo danzante. Qui era collocata la sede dei monaci domenicani nel XVII sec..
La Chiesa di Maria SS. del Rosario è situata nel centro del paese, in Piazza dei Mulini. Antico monastero domenicano, fondato nel 1614, fu soppresso nel 1652 da papa Clemente X per il limitato numero di frati e per lo stato in cui versava. Così la chiesa, spogliata di gran parte dei suoi tesori, fu trasformata in tribunale. In seguito, restituita al culto, divenne sede della congrega del SS. Rosario. In seguito al crollo della Sacrestia dovuto al terremoto del 1980, la Chiesa è stata ancora una volta interdetta al culto e finalmente riaperta nel 2006, e da quell’anno vi si celebra la Messa feriale e domenicale.
E’ composta da un’unica navata rettangolare con volta a botte. Notevole è il portale d’ingresso in tufo, sulla cui sommità sorge la finestra in vetri policromi di moderna fattura raffigurante”l´Annunciazione”. Custodisce alcune lapidi sepolcrali e, sul lato sinistro dell’ingresso, un sarcofago romano con la rappresentazione del mito di Bacco. Interessante l’acquasantiera in marmo.
Si possono ammirare quattro quadri che rappresentano rispettivamente l’Annunciazione con i Santi Domenico e Giovanni Battista, la Madonna delle Grazie, l’Assunta e la Madonna del Rosario tra i Santi Chiara e Domenico, oltre alla caratteristica Via Crucis, realizzata su 14 lastre intere di ceramica. Sul lato destro si trova l’organo del ´700, recentemente restaurato.
Al centro dell´altare, in una nicchia, è custodita la statua ottocentesca della Madonna del Rosario, che si festeggia solennemente il 7 Ottobre.
Citata dalle fonti come “S. Giovanni de Pastiniello seu trabucco” è una piccola chiesa costruita tra le scale. Al suo interno è possibile ammirare un dipinto raffigurante il “Battesimo di Cristo”, recentemente restaurato, e l’originale altare in stucco, un tempo coperto da un altro realizzato in marmi policromi con motivi vegetali ed al centro culminante con la figura stante di S. Antonio di Padova.
La Cappella di S. Giovanni è caratterizzata dal pavimento, dal paliotto dell’altare e da un’urna cineraria romana murata in sacrestia. Il pavimento, in cotto campano parzialmente maiolicato, è decorato con una rosa dei venti a ricordo del restauro eseguito dai marinai nella seconda metà del ´700.
Il paliotto dell’altare è probabilmente un elemento dell’antica Cappella di Sant’Antonio, di cui si osserva al centro l’immagine. Sull’altare un quadro di pregevole fattura, raffigura il battesimo di Cristo. La dedicazione a S. Giovanni Battista, il pavimento decorato con la rosa dei venti ed il particolare paliotto, inducono a credere che, in origine, detta chiesa sia stata fondata dall’Ordine degli Ospedalieri, fondato da fra Gerardo Sasso di Scala, divenuto poi Sovrano Ordine Militare di Malta, che aveva come protettore S. Giovanni Battista, cui dedicarono molte chiese. Sulla parete frontale della sacrestia è murata una antica urna cineraria, adibita in passato a lavacro. Vi è rappresentata la deposizione di un giovane, che potrebbe anche essere la trasposizione del Cristo, retto da due figure maschili.
In questa Cappella si celebrano il triduo e la solennità della Natività di S. Giovanni Battista, il 24 giugno, e la memoria del martirio del Precursore, il 29 agosto.
Nel cuore di una frenetica e sempre laboriosa Positano, adagiata su un insieme di casette bianche e colorate, e lungo una stretta scala che collega la parte alta alla parte bassa del paese, sorge la Chiesetta di San Matteo. Si insinua in quel fitto tessuto urbano che digrada dal rione Chiesa Nuova verso il Centro Storico di Positano che prende il nome di Via Monte. Si inserisce così armoniosamente tra le case del contesto edificato che si fa quasi fatica a riconoscerla, soprattutto per le sue piccole dimensioni e la semplicità della facciata esterna, priva di elementi decorativi, ad eccezione di una struttura ad arco posta al di sopra del timpano, dove è sistemata una campanella. Essa è costituita da un unico ambiente a pianta rettangolare «lunga 30 e larga 24 palmi (circa 3 m x 2,50) » come ricorda il canonico Errico Talamo nella sua “Monografia della Città di Positano”. Era cinta da una parte, dalle case di Canovacciolo (Cannavacciuolo) e dall’altra dalle case di Caldiero.
Non si conosce l’epoca della sua fondazione, ma è attestata come una delle chiese più antiche di Positano. La prima notizia risalirebbe al 1671, quando la chiesa era beneficio del vescovo di Lacedonia, Mons. Girolamo Campanile. All’interno vi si accede direttamente mediante l’unico ingresso centrale; le pareti sono di stucco, scandite da lesene composite ed archi ciechi sormontati dal cornicione su cui è impostata direttamente la copertura con volta a botte lunettata a sesto ribassato. Una Rosa dei Venti in stucco che emerge da un fondo color cotto maturo, posizionata al centro della volta, scandisce la simmetria delle forme poligonali a cui fanno capo gli altri stucchi della volta. L’ elemento decorativo floreale si ripete nei bassorilievi e negli angoli della volta. Le pareti sono ornate con stucchi a rilievo e lesene. Da una prima lettura delle forme architettoniche prevalenti si può dedurre che i lavori di restauro furono eseguiti dagli stessi artisti, decoratori e maestranze che operarono a Positano nello stesso periodo. Analoghi particolari emergono nei tre angeli in stucco simili a quelli posti nella navata centrale della Chiesa dell’Assunta e della Chiesa di Santa Margherita.
Il drammatico stato attuale
Sul lato sinistro dell’ingresso, è murata un’acquasantiera in porfido rosso. Il pavimento in cotto e ceramica dei maestri napoletani fu realizzato nel 1797 per volere di Marcantonio Caldiero, come indica un pannello centrale: A divozione di Marcandonio (sic) Caldiero A.d. 1797. È decorato con motivi floreali rappresentanti la vite che ha un significato religioso intrinseco. Ad un secolo di distanza fu nuovamente restaurata come ricorda una seconda lapide: – A divozione di Giuseppe Massa ristaurata nel 1897.
Sulla parete fondale, a superficie piana, è situato l’unico altare, preconciliare, in stile barocco, sempre in stucco e terracotta con particolari simmetrici, dedicato all’Immacolata, il quale è di tutto sfornito, possiede un tabernacolo rivestito di lamine di fogli d’oro. La tela dell’altare raffigura la Madonna Immacolata e S. Matteo, circondati da una schiera di angeli. Sul capo della Vergine è posta una corona in bronzo a rilievo. La tela è ornata da una cornice in stucco rappresentante due angioletti in bassorilievo. Nella chiesetta era presente anche una pergamena con un brano del Vangelo dell’Evangelista Giovanni, racchiuso da una cornice in stucco a rilievo del XVIII secolo. La statua della Vergine che decorava la chiesa era esposta nell’Oratorio della Buona Morte e oggi risiede in parrocchia.
La piccola sacrestia (anch’essa coperta a botte ribassata), che separa la chiesa dall’attiguo terrapieno a sinistra era già oscura e invasa dall’umido alla fine dell’800, quando fu interdetta insieme alla chiesa, purtroppo a causa alle notevoli infiltrazioni di acque piovane e dell’umidità. Il lungo stato di abbandono dell’edificio ha comportato ulteriori danni all’apparato decorativo: tutti i pregevoli stucchi si stanno sfaldando ed il pavimento è quasi del tutto sconnesso.
Nelle vicinanze della “prisca” chiesa di San Matteo, come racconta Talamo, fu rinvenuta una lastra marmorea che raffigurava un gruppo di suonatori di cornamuse che circondavano un uomo portante sulla testa una cesta con frutti. Era due palmi di lunghezza e uno di larghezza. Oggi dovrebbe essere custodita a Napoli, presso il Museo Archeologico Nazionale.
La Cappella è situata nel rione Chiesa Nuova.
Un tempo dedicata alla Santissima Trinità, ha acquisito nel corso degli anni la denominazione di s. Lucia.
La pala d´altare rappresentava la Martire siracusana che adora la Santissima Trinità
La Cappella della frazione “Laurito”, dedicata a S. Pietro, fu edificata nell’800 da Filippo Talamo nella parte alta dopo il crollo della precedente più prossima alla spiaggia di Laurito. E´ a pianta rettangolare ad una sola navata. Caratteristico l’abside in vetro che lascia una spettacolare vista sul mare. Al di sopra dell´arco dell´abside un dipinto rappresenta l´Immacolata e S. Pietro con il caratteristico sfondo di Laurito. Sulle pareti laterali si ammirano i recenti affreschi di Passalacqua che rappresentano rispettivamente la pesca miracolosa e la consegna delle chiavi a S. Pietro. Spettacolare la festa in onore del Santo che si svolge ogni anno il 29 giugno.
Costruito nell’anno 1777 ospitava la Congregazione della Buona Morte. Attualmente vi sono esposte alcuni ex-voto che testimoniano la ricca storia devozionale positanese.